
Da oltre 35 anni, Silvio Palermo con la sua Associazione Made in Jail, insegna alle persone detenute l’arte della stampa serigrafica. Una grande storia che è diventata un film verità sulle carceri.
Ogni anno il nostro territorio vive una giornata davvero speciale ed emozionante. Ogni 26 Luglio tante persone si trovano in Viale Amelia, una traversa di via Tuscolana, per ricordare una ragazza di 17 anni che ha affrontato con immenso coraggio la mafia: Rita Atria.
Proprio in Viale Amelia, Rita ha perso la vita il 26 Luglio del 1992 precipitando dal settimo piano di un palazzo.
(Striscione del Comitato di quartiere Tuscolano-Lais che ritrae Rita e riporta una sua frase) © Photo Credits casa tuscolana
Per raccontare Rita dobbiamo partire dalla sua città, Partanna (in provincia di Trapani), dove lei nasce nel 1974.
Rita nasce in un contesto mafioso, suo padre è un affiliato alla mafia. Rita perde presto suo papà – ha appena 11 anni – perché viene ucciso per un regolamento di conti.
Si lega ancor di più a suo fratello Nicola – che è in cerca di vendetta – e alla moglie, sua cognata, Piera Aiello.
Nel Giugno del 1991 Nicola viene ucciso e sua moglie Piera, presente all’omicidio del marito, denuncia i due assassini e collabora con la Polizia.
Rita, sull’esempio di sua cognata Piera, decide anche lei di denunciare!
Infatti nel Novembre del 1991, a soli 17 anni, Rita cerca giustizia nella magistratura per quegli omicidi.
Il primo a raccogliere le sue rivelazioni è il giudice Paolo Borsellino che all’epoca è procuratore di Marsala. A lui Rita si lega come ad un padre. Borsellino affettuosamente la chiama “picciridda”, “piccola”.
Le deposizioni di Rita e di Piera, assieme ad altre testimonianze, consentono di arrestare numerosi mafiosi di Partanna, di Sciacca e di Marsala.
Naturalmente sono anni durissimi per Rita. Ha perso il padre e il fratello, è rifiutata dalla famiglia come previsto dai codici mafiosi e il suo fidanzato la lascia dopo che lei e sua cognata iniziano a testimoniare.
Partanna non è più un luogo sicuro per lei. Quindi Rita – come sua cognata Piera prima di lei – inizia la sua nuova vita a Roma. Sotto protezione e falso nome, Rita vive isolata e costretta a frequenti cambi di residenza. L’ultimo appartamento che le viene assegnato si trova in una traversa di Via Tuscolana, in Viale Amelia.
Nonostante le mille difficoltà e sofferenze, a Rita e a Piera non viene a mancare l’affetto di “zio Paolo” – come le ragazze chiamano affettuosamente il giudice Borsellino – che, anche se da lontano, le segue amorevolmente… fino alla sua tragica scomparsa.
Infatti, il 19 Luglio 1992, Paolo Borsellino perde la vita nell’attentato mafioso in Via D’Amelio, a Palermo.
Muoiono con lui i cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi (una delle prime donne poliziotto italiane a far parte di una scorta e prima donna della Polizia di Stato italiana a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Rita, appresa la notizia, si sente persa. I suoi diari in quei giorni sono intrisi di disperazione.
La perdita di “zio Paolo” per lei è uno shock che non riesce a superare.
Dopo una settimana, il 26 Luglio 1992, il corpo di Rita precipita dal settimo piano del palazzo in Viale Amelia. Rita muore all’età di 17 anni.
Naturalmente per gli inquirenti si tratta di suicidio, anche se le circostanze restano poco chiare.
In ogni caso, da molti, Rita è considerata la settima vittima della strage di Via D’Amelio.
Ricordiamo che Rita non è una “pentita di mafia”, in quanto non ha mai commesso alcun reato di cui pentirsi. Correttamente ci si riferisce a lei come testimone di giustizia, figura che è stata legislativamente riconosciuta con la legge n. 45 del 13 Febbraio 2001.
Rita – seppur “picciridda” di statura – è indubbiamente gigante nell’esempio di coraggio e forza!
Soprattutto perché in lei la vendetta ha ceduto il passo alla consapevolezza.
Tra le mille angosce che ha patito e le tanti notti insonni, proviamo ad immaginare anche la semplice sofferenza di trovarsi in un luogo lontano, così diverso da casa sua come Roma, così caotica.
Chi si è trasferito qui perché studente, lavoratore, migrante, ecc. sa bene che un territorio così grande e popoloso offre tante opportunità ma allo stesso tempo non è sempre semplice inserirsi. Figuriamoci una ragazza così giovane, impaurita, sola, senza gli strumenti di oggi – come ad esempio internet – e costretta a non rivelare la sua identità. Quanti momenti di sconforto avrà vissuto Rita!
La nostra città e il nostro territorio ha ospitato una persona straordinaria che ci è passata accanto senza saperlo…
Ecco perché l’esempio di Rita è un faro che illumina la strada di tutti noi, specialmente dei più giovani.
La sfida è trasformare la storia e l’esempio di Rita in azioni concrete di contrasto alle mafie e all’illegalità, secondo il principio di giustizia sociale.
Da tanti anni questa è la missione di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, l’associazione fondata nel 1995 da don Luigi Ciotti.
Ogni anno il 26 Luglio Rita Atria viene ricordata, non solo a Roma ma in tutta Italia.
In particolare i volontari del Presidio di Libera del VII Municipio di Roma organizzano ogni anno un incontro in Viale Amelia per ricordare Rita. Tra l’altro a lei è intitolato questo Presidio di Libera.
(Una foto di gruppo con Don Luigi) © Photo Credits casa tuscolana
Quest’anno all’incontro hanno partecipato anche le ragazze e i ragazzi dei campi estivi di impegno e formazione di Libera del II e III Municipio di Roma.
Prima di dirigersi verso Viale Amelia, il punto di ritrovo scelto per le ragazze e i ragazzi non è stato casuale: la Gelateria Splash di Simonetta Cervelli ed Enrico Tittaferrante, da sempre impegnati nelle attività con Libera e con tante altre associazioni e iniziative sociali e solidali del quartiere.
Oltre alle ragazze e ai ragazzi dei campi estivi di Libera – provenienti da tutta Italia – all’incontro in Viale Amelia hanno partecipato tante realtà e associazioni del territorio.
Quest’anno, però, all’incontro abbiamo avuto la fortuna di avere con noi Don Luigi Ciotti che con le sue parole così forti e chiare ha lasciato un segno profondo nella comunità locale, soprattutto nei giovani.
Siamo felici di aver incontrato Don Luigi, tutti i volontari di Libera, le ragazze i ragazzi dei campi estivi e le associazioni del territorio che sono intervenute.
Ci auguriamo che in tutte le scuole d’Italia, in particolare in quelle della nostra zona Tuscolana e dintorni, si parli sempre più di Rita, coetanea di molti studenti e studentesse.
Chiudiamo il racconto di questo memorial, così sentito, con una poesia stupenda scritta da Pierangela Frau, volontaria del Presidio di Libera del VII Municipio, dedicata a Rita.
Rita, come una farfalla leggera ti posi
su spighe dorate di grano
che pane saranno
per bimbi affamati.
Rita, nel cuore hai nascosto ferite
di affetti che l’odio violento
ha staccato da te.
Rita, come fresca rugiada su un tempo
assetato d’amore.
Rita, raggio di sole
in un mondo impaurito
oscurato dal male.
Rita, hai segnato
anche per noi
un sentiero difficile
ma nutrito di felicità
e insieme a te camminiamo,
costruendo la libertà.

Da oltre 35 anni, Silvio Palermo con la sua Associazione Made in Jail, insegna alle persone detenute l’arte della stampa serigrafica. Una grande storia che è diventata un film verità sulle carceri.

Abbiamo fatto un viaggio in Polonia... restando sulla Tuscolana. Ci è bastato entrare nel locale di Edyta Klim e Alina Stocka: "Dolce Pierozek".

Quando il nostro amico Andea Baglioni ci ha mostrato per la prima volta le carte da gioco del Caleidogramma siamo rimasti folgorati, è stato innamoramento a prima vista! Questo gioco di carte ha tanti pregi, tra questi la sua semplicità nell’apprendere le regole e quindi cominciare subito a divertirsi.

Nei giardini di Via Sannio, a San Giovanni, si sono tenuti 3 giorni di feste, incontri, concerti, laboratori, stand e tanti eventi di solidarietà. La Festa di San Giovanni (24 Giugno), preceduta dalla notte delle streghe, è una festa storica della nostra tradizione ed è stata riportata in vita per tornare ad animare il quartiere.

Emanuele è un giovane Chef di appena 19 anni che ha unito la sua passione per la cucina con quella per il web ed ha creato dei bellissimi progetti per esaltare gli aspetti enogastronomici della Tuscolana e non solo.

Il Caffè di Cavè è riassunto in una sua frase: "Per fare un buon caffè al Cliente occorre una buona miscela e un animo pronto ad ascoltare il Prossimo!". Per questo ci piace tanto il Caffè di Cavè.