
Da oltre 35 anni, Silvio Palermo con la sua Associazione Made in Jail, insegna alle persone detenute l’arte della stampa serigrafica. Una grande storia che è diventata un film verità sulle carceri.
© Photo Credits casa tuscolana
Se avessimo la macchina del tempo per teletrasportarci a Piazza San Giovanni in Laterano così com’era 50 anni fa, la notte tra il 23 e il 24 Giugno, scopriremmo una distesa di tavoli da qui fino a Piazza di Santa Croce in Gerusalemme e su ogni tavolo una marea di lumache.
Immagina una fiumana di romani pronti a mangiare le corna delle lumache perché queste rappresentavano le discordie e le preoccupazioni. Questo gesto, quindi, esorcizzava le ansie e le angosce di ciascuno. In più – come raccontano in molti – erano proprio bbbone!
La tradizionale festa di San Giovanni del 24 Giugno era preceduta dalla cosiddetta “notte delle streghe”. Ma che c’entrano le streghe con il Santo?!
Nei Vangeli di Marco e Matteo e nei racconti dello storico dell’epoca Giuseppe Flavio, si narra che Giovanni Battista criticò duramente Erode Antipa per aver sposato Erodiade, moglie di suo fratello Filippo.
In occasione del compleanno di Erode, Salomè – la figlia di Erodiade – danzò per lui fino ad ammaliarlo completamente e a farsi concedere qualsiasi cosa desiderasse.
Salomè, spinta da sua madre Erodiade, chiese quindi la testa di Giovanni Battista. Fu così che Erode dovette cedere. Ecco perché Erodiade e Salomè sono dannate, proprio perché responsabili della decapitazione di San Giovanni.
Dopo questa truculenta digressione, torniamo alla notte prima della festa di San Giovanni, la cosiddetta “notte delle streghe”.
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La tradizione racconta che i fantasmi di Erodiade e di sua figlia Salomè chiamassero a raccolta tutte le streghe sui prati del Laterano per andare in giro per la città a catturare le anime, prima di riprendere il viaggio alla volta di Benevento, considerata la città delle streghe per eccellenza.
Altro che i film horror di oggi!
Insomma: era essenziale ricorrere a rituali e forme di esorcismo… ed è qui che entrano in scena le corna delle lumache!
Da tutti i rioni di Roma, le persone si radunavano di notte sui prati in Laterano, accendevano i falò, pregavano e mangiavano le lumache in attesa dell’arrivo della festa del Santo.
Si raccoglieva la rugiada dei prati, alla quale si attribuivano poteri curativi, e non mancava l’aglio a fiumi, da qui il proverbio “Chi non compra aglio a San Giovanni, è povero tutto l’anno”.
La festa si concludeva al sorgere del Sole, quando il Papa celebrava la Messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano e poi lanciava le monete dalla loggia della basilica.
I più giovani probabilmente non hanno mai sentito questa storia che, però, fa parte della nostra tradizione da secoli.
Un gruppo di impavidi eroi del nostro territorio, però, ha riportato in vita questa festa che rischiava di andare perduta negli ultimi tempi.
Quest’anno sono stati organizzati ben 3 giorni di festa (21, 22 e 23 Giugno) con tanti incontri, concerti, banchetti e attività di solidarietà che hanno riunito numerose persone e realtà associative del territorio nei giardini di Via Sannio, a San Giovanni.
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Tra gli organizzatori c’è la nostra amica Simonetta Cervelli, della mitica Gelateria Splash, che ci ha raccontato anche il “dietro le quinte” di questi 3 giorni e il grande impegno che ci vuole per realizzare una manifestazioni così riuscita.
Ringraziamo tutti gli organizzatori e le persone che hanno partecipato. In modo particolare ringraziamo Simonetta e anche Stefania ed Enzo della Cartolibreria “L’idea dietro l’angolo” a Romanina per averci supportato nel racconto di questi giorni.
Abbiamo realizzato un breve video su tutto questo.
Quindi ti auguriamo buona visione e, se ti va, diffondi tra i tuoi contatti!
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Emanuele è un giovane Chef di appena 19 anni che ha unito la sua passione per la cucina con quella per il web ed ha creato dei bellissimi progetti per esaltare gli aspetti enogastronomici della Tuscolana e non solo.

Il Caffè di Cavè è riassunto in una sua frase: "Per fare un buon caffè al Cliente occorre una buona miscela e un animo pronto ad ascoltare il Prossimo!". Per questo ci piace tanto il Caffè di Cavè.